01. Salvatore Di Pasquale

Autore della tesi: Giuseppe Passaro
Relatore: Prof. Arch. Salvatore Di Pasquale
Anno accademico: 1996-’97
Data di laurea: 2-4-’98

Non è stato facile portare Giuseppe Passaro, candidato all’esame di laurea in architettura. al rispetto delle convenzioni universalmente accettate e relative alle tecniche di rappresentazione degli oggetti architettonici; con maggiori difficoltà si è palesato questo compito rispetto alle libertà progettuali consentite dal tema scelto per la laurea e relativo alla competizione veneziana. Tuttavia ritengo doveroso esprimere pubblicamente la mia soddisfazione per l’esito finale; esito dal quale traspare la indubbia capacità di control­lo delle forme spaziali immaginate, pur se qualche episodio avrebbe potuto essere meglio concluso. Devo anche chiarire che, dal punto di vista della realizzabilità dell’architettura immaginata Giuseppe Passaro ha utilizzato schemi e elementi costruttivi di comune impiego proprio a dimostrazione del fatto che la libertà compositiva non può essere costretta entro schemi prefissati.

02. Museo d’arte

Il Lazzeretto Vecchio è una piccola isola della Laguna di Venezia, situata a ridosso del Lido, che in passato è servita come ricovero per i malati di peste.
Oggi è completamente in disuso e in pessime condizioni; l’isolotto è composto da una serie di edifici che delimitano il suo perimetro mentre altri, all’interno, sono posti senza una disposizione ben precisa.
Su questa isola è stato organizzato un concor­so che proponeva la progettazione di un museo di arte contemporanea, consigliando il riutilizzo di alcune strutture preesistenti.
La tesi vuole dimostrare che è possibile creare una convivenza tra architettura del passato e un’architettura nuova, moderna se per moderna intendiamo contemporanea o futura.
Museo di arte contemporanea Isola del Lazzeretto Vecchio. Il progetto è stato visto come un piccolo pezzo di un tessuto cittadino in una trama ricca di storia senza divenirne il “fulcro”perché la sua collocazio­ne e la sua destinazione hanno un valore minore rispetto ai numerosi interessi che può offrire la Laguna.
L’idea di progetto è stata suggerita dal contesto: la laguna veneta.

Venezia è una città affascinante e il suo fascino è in parte dovuto alla presenza dell’acqua: ma il pericolo che incombe su questa città è quello di essere in futuro inondata e sommersa dalle stes­se acque.
Da qui nasce l’idea di riprodurre nel Lazzeretto Vecchio l’immagine di Venezia e dì vivere, mate­rializzandolo, il momento dell’inondazione.
Il museo in questo caso rappresenta l’acqua e viene definito da una struttura che s’identifica 1n un vortice, in una serie di onde e da una conchi­glia.
L’immagine che viene fornita agl’occhi di chi guar­da il progetto è quella di un disegno pulito, linea­re, collegando ogni punto dell’isola; un problema finalizzato non soltanto alle strutture esterne ma anche a quelle interne, ai giardini.
Viene mantenuto un equilibrio formale col mare nella parte nord, quella che si affaccia sulla lagu­na con disegni sinuosi e liberi, mentre nella parte sud l’equilibrio col Lido è ottenuto con forme rego­lari e rigide grazie al riutilizzo delle strutture pree­sistenti.

03. Inondazione

Una nuova struttura

Il progetto è stato affrontato in modo tale da evi­tare sia un confronto che un proseguimento stili­stico con le forme architettoniche circostanti man­tenendo Invece un rapporto con gli spazi e con la storia, conservando I valori superficiali e formali.

Il disegno sinuoso delle strutture sembra quasi evitare un legame architettonico e allo stesso tempo penetra all’interno d1 ogni spazio divenen­done parte integrante e la libera crea11v1tà appare improvvisamente sotto torma d1 un concetto che non è più senza vincoli ma è spinta a seguire delle regole morali e materiali
Sappiamo benissimo che la dlff1coltà maggiore è la conservazione delle testimonianze del passa­to che devono legarsi con le trasformazioni future ma con questo l’architetto non deve diventare un “restauratore”, anzi deve essere la figura trainan­te verso una nuova e giusta architettura.
In questo progetto i corpi strutturali mettono in evidenza un linguaggio progettuale intento alla ricerca d1 una nuova espress1v1ta delle costruzioni mantenendo la conservazione dei valori nel luogo in cui è inserito.
Oggi la nostra società ha esigenze diverse da quelle d1 ieri, è cambiata profondamente e ciò ci spinge a costruire in maniera diversa, con uno stile diverso ma con lo stesso scopo di sempre: quello di soddisfare nel modo migliore le esigenze della società cercando d1 offrire ambienti acco­glienti.
Costruire in un contesto storico e ambientale che ha già una sua collocazione temporale e una sua importanza culturale non vuol dire solo pro­gettare qualcosa che contenga richiami stilistici ma possiamo inserire in maniera corretta un disegno anche senza camuffarlo, evitando di interpre­tare una cultura ormai scomparsa.
Tra passato e futuro non ci deve essere una rottura bensi un continuo determinato da idee nuove e da forme nuove che sono possibili solo attraverso una libertà di pensiero intesa a scaval­care le istituzioni statali.